Le induttanze, o reattanze induttive, sono un componente indispensabile per un sistema industriale di qualità: i moderni sistemi ad azionamenti elettrici causano una serie di problematiche legate principalmente a:
- Armoniche
- PWM in uscita da inverter
La corrente assorbita dai moderni sistemi industriali non presenta quasi mai una forma perfettamente sinusoidale: sono infatti presenti, oltre alla componente fondamentale a 50 Hz, anche componenti a frequenze multiple della frequenza di rete (chiamate appunto armoniche); le armoniche, propagandosi in tutta la rete di alimentazione, causano problemi di malfunzionamento, comportamenti anomali di interi impianti, oltre che un consumo eccessivo.
Utilizzare induttanze di linea permette di risolvere questi problemi, oltre che di risparmiare sul consumo dell’energia elettrica.
Nei sistemi industriali questo comporta notevoli risparmi: l’acquisto di un’induttanza di linea va vista per questo motivo come un investimento, dal quale si rientra entro pochi mesi dall’acquisto.
Per quanto riguarda il PWM in uscita dagli inverter, le componenti frequenziali in gioco non sono solo “armoniche”: si incontrano anche la frequenza di switching del convertitore di frequenza oltre che le alte frequenze date alla pendenza del PWM (si parla di dv/dt). In questo caso le induttanze sono realizzate, rispetto a quelle di ingresso, con diversi materiali del nucleo, che garantiscono perdite minori ad elevate frequenze.
Induttanza di rete monofase e trifase
Tensione nominale: 230 - 690 V
Corrente nominale: 2 - 1200 A
Filtri armonici
Tensione nominale: 400 - 530 V
Corrente nominale: 6 A- 1200 A
Distorsione armonica totale: <5 %
Induttanze DC-Link, 1 o 2 linee
Tensione nominale: 600 - 800 V
Corrente nominale: 8 A- 100 A
Tensione nominale: 400,500 o 690 V
Corrente nominale: 2 A- 1200 A
Tensione nominale: 230V, 400V o 500V
Corrente nominale: 2 A- 1200 A
Tensione nominale: 400 o 500 V
Corrente nominale: 6 - 1200 A
Tensione nominale: 400 o 3000 V
Corrente nominale: 5 - 2500 A